Cashback di Stato. Basterebbe anche solo e soltanto quest’espressione per far scatenare un’infinità di polemiche, discussioni, opinioni e pensieri. Ma che cos’è? Si tratta di un’iniziativa, creata dal Governo Conte nel periodo pandemico, per cercare di incentivare il pagamento non in contante. Il tutto poi ruota attorno a un meccanismo di restituzione di una percentuale del pagamento elettronico nell’arco dei sei mesi successivi.
La misura ha preso il via lo scorso dicembre, tanto che si è parlato di Cashback di Natale. I numeri? Stando a questi ultimi, sono stati rimborsati 223 milioni di euro. Ora però la notizia è che sembra che ci possa essere uno stop del programma, Ma che cosa ci può essere dietro tutto questo? Giusto entrare nel dettaglio e nello specifico per provare a capire qualcosa in più.
Cashback, si va davvero verso lo stop?
Innanzitutto va detto che molto può dipendere dal cambio di esecutivo e dall’ingresso in maggioranza di alcune forze politiche, che avevano fin da subito criticato aspramente questo strumento. Però non è certo il momento delle parole, perché i fatti dicono che, da gennaio 2022, il Cashback sarà quasi sicuramente abrogato. Il motivo principale? Pare l’assenza di fondi, anche causa austerity. Ma ecco che il Movimento Cinque Stelle, principale fautore e sponsor della manovra, promette battaglia in Parlamento, con tanti emendamenti che avranno l’obiettivo di reintrodurre il tutto.
Ma, al di là delle battaglie e delle posizioni politiche, ciò che conta è andare ad analizzare chi ne ha usufruito in maniera importante e potrebbe dunque avere delle difficoltà dopo la cancellazione. Il pensiero va senza alcun dubbio a qualche mezzo alternativo, che, in un certo senso, mantengono la stessa identica struttura. Un esempio possono essere i bonus casinò erogati dai principali operatori del settore del gioco d’azzardo.
Cashback, ecco il possibile futuro
Parlando di questi bonus legati al gambling, si può dire che questi ultimi possono essere sia senza deposito che di benvenuto. Nel primo caso arriva senza alcun deposito di soldi, mentre nel secondo si ottiene al momento dell’iscrizione al portale di gioco. Insomma, le similitudini e somiglianze sono davvero tante. Infatti il cashback funziona più o meno così e allo stesso modo.
La domanda però non può che essere solo e soltanto una: ora che verrà modificato o addirittura abrogato, quali novità ci saranno?
Le proposte sul tavolo sono tante, ma quella che fa discutere è quella che parla dell’introduzione di una soglia reddituale, che avrebbe l’obiettivo di incentivare al pagamento elettronico i cittadini con un ISEE medio-basso. Questo si lega a i numeri, che avrebbero evidenziato e messo in mostra che, nel corso del 2021, a usufruire maggiormente di tale misura siano stati coloro in possesso di un reddito medio-alto. Insomma, il rischio è quello di un aumento delle diseguaglianze. Occhio anche la cancellazione del super bonus cashback, che sembrano nella pratica agevolare e favorire i tanti furbetti delle piccole transazioni. 1500 euro a favore dei primi 100.000 partecipanti che effettuano il maggior numero di transazioni a prescindere dall’importo versato: questi erano i contenuti. E ora chissà cosa accadrà.